lunedì 2 febbraio 2009

Obama e la Legge "Lilly"


Ispirata al nome di una lavoratrice della Goodyear che aveva fatto causa per discriminazione. E' il primo atto del nuovo presidente: "Non ci sono cittadini di serie A e B nelle nostre aziende".



WASHINGTON - E' dedicata alla parità salariale e ispirata a una lavoratrice di nome Lilly la prima legge che porta la firma del presidente Barack Obama: il testo mira a facilitare azioni legali da parte delle persone discriminate sul lavoro. Obama ha sottolineato, durante la cerimonia della firma alla Casa Bianca, che la legge rafforza il rispetto del principio che "tutte le persone sono create uguali" e meritano di "ricevere pari opportunità". La legge è dedicata a Lilly Ledbetter, una lavoratrice della Goodyear che scoprì dopo anni di servizio di ricevere una paga inferiore solo per il fatto di essere donna. La stessa Ledbetter ha partecipato alla cerimonia di firma della legge nella East Room della Casa Bianca. La legge porta proprio il nome della lavoratrice (Lilly Ledbetter Fair Pay Act), e Obama l'ha firmata dinanzi alle telecamere in diretta, affiancato dal vicepresidente Joseph Biden, dal segretario di Stato, Hillary Clinton, e dalla stessa Ledbetter. La legge sull'equità salariale era stata una delle questioni più delicate durante la campagna elettorale, particolarmente cara proprio ai sindacati e alle elettrici. In media infatti le donne negli Stati Uniti sono pagate il 23 per cento in meno degli uomini; e quelle appartenenti a minoranze etniche ancora di meno. "Nel firmare questa legge, voglio mandare un segnale chiaro", ha detto il presidente democratico, "che fare in modo che la nostra economia funzioni significa assicurarsi che funzioni per tutti, che non ci siano cittadini di serie B nei nostri luoghi di lavoro".

Ledbetter era una dipendente della Goodyear Tire & Rubber Co. che, dopo 19 anni di servizio nell'azienda, poco prima di andare in pensione, si accorse che Goodyear la pagava il 40 per cento in meno dei suoi colleghi uomini, nonostante alcuni avessero meno esperienza di lei (in vent'anni circa 200.000 dollari in meno). Un tribunale stabilì che era stata vittima di una discriminazione. Ma durante l'amministrazione Bush, la Corte Suprema - con una sentenza che ottenne 5 voti contro 4 - stabilì che la donna aveva tardato troppo nel presentare la denuncia; secondo la Corte, l'impiegata avrebbe dovuto presentare la denuncia nell'arco di 180 giorni dal primo atto "discriminatorio" subito. Tuttavia la denuncia mise in moto un'ampia campagna contro la discriminazione subita dalle donne sui luoghi di lavoro e un movimento che è riuscito a portare alla legge sull'equità salariale, legge che è stata proprio chiamato "Atto Lilly Ledbetter per l'equità salariale".
(29 gennaio 2009)

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